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L’umanità ottiene la misericordia e la tolleranza di Dio attraverso il pentimento sincero (Parte 4)

I sentimenti sinceri del Creatore verso l’umanità

Le persone dicono spesso che non è facile conoscere Dio. Io dico invece che conoscere Dio non è affatto difficile, poiché sovente Dio fa sì che l’uomo assista ai Suoi atti. Dio non ha mai interrotto il Suo dialogo con l’umanità, e non Si è mai celato all’uomo, né Si è mai nascosto. I Suoi pensieri, le Sue idee, le Sue parole e i Suoi atti sono tutti rivelati all’umanità. Pertanto, se l’uomo desidera conoscere Dio, può arrivare a farlo tramite ogni sorta di strumenti e metodi. Il motivo per cui l’uomo pensa sconsideratamente che Dio lo abbia intenzionalmente evitato, che Egli Si sia intenzionalmente nascosto all’umanità e che non intenda farSi capire e conoscere, è che l’uomo non sa chi Dio sia né desidera comprenderLo; ancor meno gli interessano i pensieri, le parole e gli atti del Creatore… In verità, se solo una persona usasse il proprio tempo libero per concentrarsi sulle parole o sugli atti del Creatore per capirli, se solo prestasse un po’ di attenzione ai pensieri del Creatore e alla voce del Suo cuore, non sarebbe difficile per quella persona rendersi conto che i pensieri, le parole e gli atti del Creatore sono visibili e trasparenti. Allo stesso modo basterà poco per capire che il Creatore è in mezzo agli uomini in ogni momento, conversa sempre con loro e con l’intero creato, e compie nuovi atti ogni giorno. La Sua essenza e la Sua indole si esprimono nel dialogo con l’uomo; i Suoi pensieri e le Sue idee si rivelano completamente nei Suoi atti; Egli accompagna e osserva l’umanità in ogni momento. Parla silenziosamente all’umanità e a tutto il creato dicendo implicitamente: “Io sono nei cieli e in mezzo al Mio creato. Sorveglio, aspetto, sono al tuo fianco…”. Le Sue mani sono calde e forti; i Suoi passi sono leggeri; la Sua voce è lieve e gentile; la Sua figura passa e si volge, abbracciando l’intera umanità; il Suo volto è bello e garbato. Egli non Si è mai assentato e non è mai svanito. Giorno e notte, è il compagno costante dell’umanità e non cesserà mai di stare al suo fianco. La Sua protezione devota e il Suo affetto speciale per l’umanità, così come il Suo vero interesse e amore per l’uomo, si manifestarono un poco alla volta quando Egli salvò la città di Ninive. In particolare, il dialogo fra Jahvè Dio e Giona rivelò pienamente la tenerezza del Creatore per l’umanità da Lui Stesso creata. Attraverso quelle parole puoi comprendere a fondo i sinceri sentimenti di Dio verso l’umanità…

Il seguente brano è presente nel libro di Giona 4:10-11: “E Jahvè disse: ‘Tu hai pietà del ricino per il quale non hai faticato, e che non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito: e Io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?’” Queste sono le vere parole di Jahvè Dio, riportate da una conversazione fra Lui e Giona. Per quanto breve, questo dialogo trabocca della sollecitudine del Creatore per l’umanità e della Sua riluttanza ad abbandonarla. Tali parole esprimono il vero atteggiamento e i veri sentimenti che Dio nutre nel Suo cuore per il creato, e con quelle frasi chiare, come di rado se ne odono tra gli uomini, Dio afferma le Sue vere intenzioni per l’umanità. Il dialogo rappresenta l’atteggiamento tenuto da Dio verso la popolazione di Ninive; ma che genere di atteggiamento è? È quello da Lui assunto verso i Niniviti prima e dopo il loro pentimento, ed è lo stesso con cui Dio tratta l’umanità. In quelle parole sono contenuti i Suoi pensieri e la Sua indole.

Quali pensieri di Dio vengono rivelati in quelle parole? Se presti attenzione ai dettagli durante la lettura, non ti sarà difficile notare che Egli usa il termine “pietà”; l’uso di questa parola mostra il vero atteggiamento di Dio verso l’umanità.

Dal punto di vista del significato letterale, le persone possono interpretare la parola “pietà” in diversi modi: primo, significa “amare e proteggere, provare premurosità verso qualcosa”; secondo, significa “amare teneramente”; infine, significa “essere restio a nuocere a qualcosa e incapace di sopportare l’idea di farlo”. In sintesi, implica tenero affetto e amore, così come una riluttanza a rinunciare a qualcuno o qualcosa; implica la misericordia e la tolleranza di Dio nei confronti dell’uomo. Anche se Dio Si servì di una parola di uso comune tra gli uomini, tale scelta rivela la voce del cuore di Dio, e il Suo atteggiamento verso l’umanità.

Sebbene la città di Ninive fosse piena di persone corrotte, malvagie e violente come gli abitanti di Sodoma, il loro pentimento indusse Dio a cambiare idea e a decidere di non distruggerle. Poiché il modo in cui reagirono alle Sue parole e istruzioni dimostrò un atteggiamento completamente opposto a quello dei cittadini di Sodoma, vista la loro sincera sottomissione, l’autentico pentimento per i loro peccati e il loro comportamento genuino e sentito sotto tutti gli aspetti, Dio espresse ancora una volta la Sua sincera pietà facendogliene dono. Nessuno può riprodurre ciò che Dio concede all’umanità o la pietà che le mostra, e nessuna persona può possedere la misericordia e la tolleranza di Dio, o i Suoi sentimenti sinceri verso l’umanità. Esiste qualcuno che tu reputi un grand’uomo o una gran donna, o addirittura un essere umano superiore che, parlando dall’alto della sua condizione di grand’uomo o gran donna o addirittura da una condizione più elevata, possa fare un’affermazione di quel genere all’umanità o al creato? Chi fra gli esseri umani può dire di conoscere come le proprie tasche le condizioni di vita dell’umanità? Chi può sopportare il fardello e la responsabilità dell’esistenza umana? Chi ha titolo per annunciare la distruzione di una città? E chi ha titolo per perdonare una città? Chi può dire di avere pietà per proprio creato? Solo il Creatore! Solo il Creatore prova tenerezza per questa umanità. Solo il Creatore le mostra compassione e affetto. Solo il Creatore prova un affetto vero e incrollabile per questa umanità. Allo stesso modo, solo il Creatore può donare misericordia a questa umanità e avere pietà di tutto il Suo creato. Il Suo cuore sussulta e patisce a ogni singola azione umana. Egli Si adira, Si affligge e Si addolora per il male e la corruzione dell’uomo. Egli Si compiace, gioisce, perdona ed esulta davanti al pentimento e alla fede dell’uomo. Ognuno dei Suoi pensieri e idee esiste per l’umanità ed è incentrato su di essa. Ciò che Egli ha ed è, si esprime interamente a beneficio dell’umanità. La totalità delle Sue emozioni si intreccia con l’esistenza dell’umanità. A beneficio dell’umanità Egli Si muove e accorre ovunque, effonde ogni briciola della Sua vita, ne dedica ogni minuto e ogni secondo… Non ha mai saputo avere cara la Propria vita, eppure ha sempre avuto pietà dell’umanità che Egli Stesso ha creato… A questa umanità dà tutto ciò che ha… Concede la Sua misericordia e la Sua tolleranza incondizionatamente e senza aspettarSi nulla in cambio. Fa questo solo affinché l’umanità possa continuare a sopravvivere davanti ai Suoi occhi, ricevendo la Sua provvista di vita. Lo fa solo affinché l’umanità possa un giorno sottomettersi a Lui e riconoscere che Egli è Colui che nutre l’esistenza dell’uomo e fornisce la vita di tutto il creato.

Il Creatore esprime i Suoi veri sentimenti per l’umanità

Questa conversazione fra Jahvè Dio e Giona è senza dubbio un’espressione dei veri sentimenti del Creatore per l’umanità. Da un lato comunica alle persone la conoscenza che il Creatore ha di tutto il creato che è sotto la Sua Sovranità. Come disse Jahvè Dio: “E Io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?” In altri termini, Dio conosceva Ninive in modo tutt’altro che superficiale. Non soltanto conosceva il numero di esseri viventi presenti in città (comprensivo di esseri umani e bestie), ma sapeva anche quanti non fossero in grado di distinguere la propria mano destra dalla sinistra, ossia quanti bambini e ragazzi ci fossero. Questa è una dimostrazione concreta della completa conoscenza dell’umanità da parte di Dio. Dall’altro lato, questa conversazione palesa alle persone l’atteggiamento del Creatore verso l’umanità, vale a dire il peso dell’umanità nel Suo cuore. È proprio come disse Jahvè Dio: “Tu hai pietà del ricino per il quale non hai faticato, e che non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito: e Io non avrei pietà di Ninive, la gran città […]?” Queste sono le parole di biasimo rivolte a Giona da Jahvè Dio, ma sono del tutto vere.

Pur avendo l’incarico di riferire le parole di Jahvè Dio alla popolazione di Ninive, Giona non capiva le intenzioni di Dio, né le Sue preoccupazioni e aspettative verso gli abitanti della città. Con questo rimprovero, Dio volle ricordargli che l’umanità era il prodotto delle Sue mani, e che Egli aveva dedicato un impegno scrupoloso a ogni singola persona, e ognuna di esse recava in sé le speranze di Dio, e ognuna gioiva della provvista di vita di Dio, e per ogni singola persona Dio aveva pagato il prezzo di uno sforzo scrupoloso. Questo rimprovero disse inoltre a Giona che Dio aveva pietà dell’umanità, opera delle Sue mani, tanto quanto lo stesso Giona aveva pietà per il ricino. Dio non abbandonerebbe l’umanità con leggerezza, né fino all’ultimo momento possibile, anche perché in città vi erano tanti bambini e animali innocenti. Di fronte a questi giovani e inconsapevoli prodotti del creato di Dio, che non sapevano nemmeno distinguere la mano destra dalla sinistra, era ancor meno concepibile che Dio ponesse fine alla loro vita e determinasse il loro esito finale in maniera così affrettata. Dio sperava di vederli crescere; sperava che non percorressero la stessa via dei loro genitori, che non dovessero udire di nuovo l’avvertimento di Jahvè Dio e che rendessero testimonianza del passato di Ninive. Ancora di più, Dio sperava di vedere Ninive dopo il suo pentimento, di assistere a ciò che ne sarebbe seguito e, cosa ancora più importante, di vedere Ninive tornare a vivere nella misericordia di Dio. Pertanto, agli occhi di Dio, quegli oggetti della creazione che non sapevano distinguere la mano destra dalla sinistra erano il futuro di Ninive. Si sarebbero fatti carico del passato spregevole di Ninive, così come si sarebbero assunti l’importante dovere di rendere testimonianza del passato e del futuro di Ninive sotto la guida di Jahvè Dio. In questa dichiarazione dei Suoi veri sentimenti, Jahvè Dio mostrò la misericordia del Creatore verso l’umanità nella sua interezza. Provò all’umanità che “la misericordia del Creatore” non è una frase vuota, né una promessa vana; ha principi, metodi e obiettivi concreti. Dio è sincero e autentico, non ricorre a falsità o finzioni, e nello stesso modo dona incessantemente la Sua misericordia all’umanità, sempre e in ogni epoca. Eppure, fino a oggi, il dialogo fra il Creatore e Giona è l’unica e sola dichiarazione verbale del perché Egli mostri misericordia all’umanità, di come lo fa, di quanto Egli sia tollerante verso l’umanità e dei Suoi veri sentimenti verso di essa. Le poche parole di Jahvè Dio durante questa conversazione esprimono integralmente i Suoi pensieri per l’umanità; sono una vera espressione dell’atteggiamento del Suo cuore verso l’umanità e anche una prova concreta della profusione della Sua misericordia all’umanità. La Sua misericordia non viene concessa solo alle generazioni più anziane, ma anche ai membri più giovani dell’umanità, come è sempre stato, generazione dopo generazione. Anche se l’ira di Dio discende di frequente su certi angoli e certe epoche dell’umanità, la Sua misericordia non è mai venuta meno. Con la Sua misericordia, Egli guida e conduce le generazioni del Suo creato nel loro susseguirsi, le rifornisce e le nutre una dopo l’altra, perché i Suoi veri sentimenti verso l’umanità non cambieranno mai. Proprio come disse Jahvè Dio: “E Io non avrei pietà […]?” Egli ha sempre avuto pietà del Suo creato. Questa è la misericordia dell’indole giusta del Creatore ed è anche la piena unicità del Creatore!

La Parola, Vol. 2: Riguardo al conoscere Dio, “Dio Stesso, l’Unico II”

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