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Giobbe 23:8-9 – Letture del giorno – il 31 maggio 2019

Ma, ecco, se vo ad oriente, Egli non c’è; se ad occidente, non Lo trovo; se a settentrione, quando vi opera, io non Lo veggo; Si nasconde Egli nel mezzodì, io non Lo scorgo.

Riflessioni sul versetto di oggi…

Molte persone, dopo aver letto la storia di Giobbe, invidiano il fatto che, nel mezzo della prova, egli sia riuscito a rimanere saldo nella sua testimonianza a Dio e a ottenere la Sua approvazione e le Sue benedizioni. Forse qualcuno chiederà: perché Giobbe ha avuto tanta fiducia? E perché noi perdiamo facilmente la fede in Dio quando incontriamo ostacoli?

Da questo versetto possiamo apprendere che, anche se Dio non gli Si è rivelato, Giobbe ha sempre creduto nella Sua esistenza. La fede di Giobbe è sincera.

Parlando di Giobbe, un passo in un libro scrive: “Nella capacità di Giobbe di temere Dio senza averLo visto, rileviamo quanto egli amasse le cose positive, e quanto salda e concreta fosse la sua fede. Anche se Dio gli era nascosto, egli non Ne rinnegò l’esistenza e, anche se non Lo aveva mai visto, non perse la fede e non Lo abbandonò. […] perché lui aveva già notato la sovranità di Dio su tutte le cose, e credeva di aver guadagnato le benedizioni e le grazie che gli altri non avevano ottenuto. Sebbene Dio gli rimanesse nascosto, la fede di Giobbe in Lui non fu mai scossa. Così, egli mieté ciò che gli altri non poterono: l’approvazione e la benedizione di Dio”. Giobbe amava le cose positive. Poiché aveva sperimentato le azioni di Dio e conosciuto la Sua sovranità su tutte le cose, egli poté rimanere saldo nella sua testimonianza nel mezzo della prova. Tuttavia, quando incontriamo ostacoli, noi non nutriamo una fede ferma in Dio e dubitiamo della Sua onnipotenza e sovranità, per cui spesso subiamo fallimenti e diventiamo deboli. Solo se possediamo una vera fede in Dio, non crolleremo nelle avversità. In effetti, indipendentemente dal fatto che le cose vadano bene o male, esse sono un’opportunità di conoscere Dio e di rafforzare la nostra fede.

Desidero condividere con tutti voi un altro passo, nella speranza che ci aiuti a conoscere Dio nella nostra vita reale.

Giobbe possedeva e ricercava queste cose, anche se non era in grado di vedere Dio o udire le Sue parole; […] Ai suoi occhi, le leggi di tutte le cose erano ripiene degli atti di Dio, e in ogni parte della vita di una persona era possibile scorgere la Sua sovranità. Egli non aveva visto Dio, ma era in grado di comprendere che i Suoi atti sono dovunque, e nel corso del suo tempo ordinario sulla terra, era in grado di vedere e comprendere in ogni angolo della sua vita gli straordinari e meravigliosi atti di Dio, e poté vedere le Sue meravigliose disposizioni. La segretezza e il silenzio di Dio non ostacolarono la comprensione che Giobbe sperimentò dei Suoi atti, e non influirono sulla sua conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose. La sua vita fu una presa di coscienza della sovranità e delle disposizioni di Dio che, nella sua vita quotidiana, era nascosto in mezzo a tutte le cose. Nella sua vita quotidiana, egli anche udì e comprese la voce del cuore di Dio e le parole di Lui, che resta silenzioso in mezzo a tutte le cose ma esprime la voce del Suo cuore e le Sue parole, governando le leggi di tutte le cose. Comprendete, quindi, che se le persone hanno la stessa umanità e ricerca di Giobbe, possono guadagnare la sua stessa comprensione e conoscenza, e acquisire la sua stessa comprensione e conoscenza della sovranità di Dio su tutte le cose”.

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