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La meravigliosa grazia: nel pericolo ho visto le mani di Dio

Un giorno di inizio giugno del 2016, mia figlia, che era incinta di sei mesi, mi chiamò dalla Cina, dicendo: “Mamma, sono andata all’ospedale per fare un controllo: sono incinta di due gemelli!” Questa notizia mi emozionò molto e presi a ringraziare Dio nel mio cuore, pensando che in precedenza le era stato diagnosticato un utero setto. Dal punto di vista della medicina, non poteva avere figli. Tuttavia, ora non solo era incinta, ma lo era anche di due gemelli. Si trattava davvero di un miracolo. A parte la felicità, ero un po’ preoccupata, perché le sue condizioni fisiche non erano idonee a una gravidanza. Poiché lavoravo all’estero, non potevo esserle vicina. E se le fosse successo qualcosa nel corso della sua gestazione? Nei giorni seguenti, non ci fu un momento in cui non pregai Dio per lei e per i suoi figli, attendendomi che stessero bene.

Il 14 giugno, mentre lavoravo in fabbrica, ricevetti una telefonata da mio genero. Disse nervosamente: “Mamma, Xiaoyun ha avuto un’emorragia. In questo momento è stata portata d’urgenza in sala operatoria”. Fui così spaventata da queste parole, che tremavo dentro di me e dagli angoli degli occhi mi scesero lacrime. Non avevo più la forza di lavorare e desideravo solo tornare immediatamente in Cina per prendermi cura di mia figlia. Pertanto, raccontai la situazione al mio capo e gli chiesi un permesso, ma lui si limitò a guardarmi con disinteresse e poi mi disse con tono calmo: “In questo momento c’è molto lavoro in fabbrica. Chi ti coprirà quando sarai via? Inoltre, anche se adesso te ne ritorni a casa, non puoi fare nulla. Parti quando hai le ferie”. Uscii, quindi, dal suo ufficio in lacrime. Pensando al fatto che la vita di mia figlia era in bilico, volevo davvero licenziarmi e tornare immediatamente in Cina.

Dopo essere rientrata in officina con un sentimento di ansia, ricevetti di nuovo una telefonata da mio genero. Mi riferì che mia figlia aveva subito un intervento chirurgico e che i gemellini erano stati messi nell’incubatrice, perché erano nati prematuramente ed erano estremamente deboli. Di nuovo gli chiesi subito informazioni sulle condizioni di mia figlia. Rispose: “Ha bisogno di una trasfusione, perché ha perso troppo sangue. Mi prenderò cura io di lei. Non avere fretta di tornare. So che rientrare è molto laborioso”. Anche se, con le sue parole, mio genero mi aveva confortato, quando pensavo che i gemelli erano ancora in pericolo e che mia figlia soffriva moltissimo, non riuscivo a smettere di piangere e mi sentivo terribilmente debole. Non potevo evitare di sentirmi preoccupata: mi chiedevo se a mia figlia fosse stata fatta una trasfusione di sangue. Cosa sarebbe accaduto se in ospedale non ci fosse stato abbastanza sangue? Mia figlia è così debole, e se avesse perso conoscenza? … Più ci pensavo, più mi sentivo agitata. Temevo davvero che in questo modo sarebbe morta.

Proprio in quel momento, improvvisamente mi ricordai di ciò che i miei fratelli e le mie sorelle spesso condividevano con me durante gli incontri: “Indipendentemente dagli eventi in cui ci imbattiamo, dobbiamo pregare Dio e invocarLo ancor di più. Se crediamo in Lui e a Lui ci affidiamo con tutto il nostro cuore, Egli ci aiuterà per certo”. Il Dio in cui credo è assolutamente l’unico e il solo vero Dio, che ha creato l’universo e tutte le cose. A quel punto, mi misi in fretta innanzi a Lui e Lo pregai in silenzio: “Oh Dio! In questo momento sono molto preoccupata per mia figlia e per i miei nipoti. Non so se riusciranno a superare questa situazione. So che tutto è nelle Tue mani, anche il nostro destino. Non posso fare niente; Ti supplico solo di vegliare su di loro e di custodirli. Amen!”. Dopo aver pregato, il mio cuore si calmò quasi senza che me ne accorgessi, non tremai più e riacquistai gradualmente le forze.

Finalmente arrivò il momento in cui la giornata di lavoro terminò. Camminavo sola sulla via di casa e intanto stringevo in mano il cellulare. Ero completamente frastornata: speravo che mio genero mi chiamasse per dirmi che mia figlia era fuori pericolo e che tutto andava bene, e tuttavia temevo di ricevere cattive notizie. Mentre camminavo, sentivo i minuti trascorrere con grande lentezza e il mio cuore sembrava vuoto. Dopo essere rientrata a casa con la mente annebbiata, mi sedetti da sola e non potei fare a meno di riflettere: come sta mia figlia in questo momento? Ha ancora bisogno di una trasfusione di sangue? ⋯ A questo pensiero, le lacrime iniziarono a scorrere e il naso prese a gocciolare. Quella notte, distesa nel letto, non riuscii a prendere sonno. Nella mia testa si accavallavano fantasie su quanto mia figlia fosse piena di dolori e indifesa, il che mi fece sentire come se fossi sul punto di collassare.

In quel momento, aprii il libro della parola di Dio e lessi quanto segue: “Di tutto ciò che avviene nell’universo, non vi è nulla in cui Io non abbia l’ultima parola. Che cosa esiste che non sia nelle Mie mani?” “Chi, tra tutti gli uomini, non è accudito agli occhi dell’Onnipotente? Chi non vive nella predestinazione dell’Onnipotente? La nascita e la morte di quali persone sono frutto delle loro scelte personali? L’uomo è artefice del proprio destino? Molte persone invocano la morte, ma essa è lontana da loro; molti vogliono essere forti nella vita e temono la morte, ma a loro insaputa il giorno della loro fine si avvicina, facendoli precipitare nell’abisso della morte; molti uomini guardano verso il cielo e sospirano profondamente; tanti piangono a dirotto, singhiozzando; molte persone falliscono nelle prove a cui sono sottoposte; e molti diventano prigionieri della tentazione”. Grazie alle parole di Dio, improvvisamente vidi la luce: Egli amministra l’intero universo. Il fatto che vivremo o moriremo dipende da Dio e non può essere stabilito da nessuno. Le vite di mia figlia e dei miei nipoti sono nelle Sue mani. Se mi trovo al loro fianco o no, non posso comunque fare nulla. Pertanto, è giusto porre mia figlia e i miei nipoti nelle mani di Dio. Pensando a ciò, acquisii un po’ di sicurezza e fui pronta a sottomettermi alla sovranità e alla disposizione di Dio. Perciò, Lo pregai: “Oh, Dio! Sono le Tue parole che mi danno sicurezza. Credo nel fatto che la vita e la morte di mia figlia e dei miei nipoti siano nelle Tue mani. Sono pronta ad affidarmi a Te con sincerità e a porre mia figlia e i miei nipoti nelle Tue mani. Possa Tu vegliare su di loro e proteggerli. Che mia figlia si riprenda o meno e che i miei nipoti sopravvivano, sono pronta comunque a sottomettermi al Tuo comando e alle Tue disposizioni”. Dopo aver pregato, il mio cuore si sentì pacificato.

Sia resa grazie a Dio! Quello che non mi aspettavo era che il mattino seguente mio genero mi telefonasse comunicandomi che mia figlia era fuori pericolo. Tuttavia, disse che i gemelli erano ancora esposti al rischio di perdere la vita e che il dottore stava cercando di salvarli. Erano troppo deboli. Uno pesava 980 grammi e l’altro un chilo. In seguito a un controllo, avevano scoperto che il polmone e il cervello di uno dei gemelli non si erano ancora completamente sviluppati, mentre l’altro aveva ancora sangue nelle feci. C’era poca speranza che potessero restare in vita. A queste parole, provai un’enorme tristezza, ma sapevo che tutto è nelle mani di Dio; non importa come Egli domini e organizzi gli eventi, la Sua buona intenzione è lì, presente. Anche se non conoscevo l’intenzione di Dio, non mi lamentai di Lui. Mi affrettai a pregarLo di porre le vite dei miei due nipoti nelle Sue mani.

Sia resa grazie a Dio per aver ascoltato la mia preghiera! Il giorno dopo, mio genero mi telefonò e mi disse tutto emozionato: “Mamma, il mio bambino è vivo! I dottori avevano constatato la morte di entrambe le creature, ma chi avrebbe immaginato che, dopo che avevamo già compilato i loro certificati di morte e che le infermiere si erano preparate a portarli via, avrebbero scoperto improvvisamente che il bambino con il sangue nelle feci aveva ripreso a respirare. Non potevo crederci, e i medici e anche le infermiere che erano nella stanza ne furono enormemente stupiti. Tutti i dottori dissero che era la prima volta che si imbattevano in un fenomeno del genere da quando avevano iniziato a svolgere la loro professione. Che miracolo!”. A queste buone notizie, non riuscii a trattenere un sentimento di entusiasmo e versai lacrime di gratitudine. Sapevo che si trattava dell’opera di Dio. La scienza e i dottori non possono comandare sulla vita e sulla morte dell’uomo. Se Dio non avesse avuto pietà di lui e non lo avesse salvato, il bambino, a causa delle sue condizioni, non avrebbe potuto tornare alla vita. È Dio che lo vegliato e protetto per tutto questo tempo, in modo che potesse miracolosamente vivere.

Un mese dopo, ritornai in Cina. Fui molto felice di constatare che mia figlia si era ripresa abbastanza bene. Sapevo che tutto ciò rappresentava la cura e la protezione di Dio, e ancor più le Sue mirabili opere. Il giorno dopo, mia figlia ed io andammo all’ospedale a visitare mio nipote. Quando lo vidi, ne rimasi molto sorpresa. Era molto più piccolo degli altri bambini che si erano sviluppati normalmente, e solo uno strato sottile di pelle ricopriva il suo cuore, il quale sembrava voler saltar fuori in ogni momento. Non potevo fare a meno di preoccuparmi: era talmente fragile. Riuscirà a sopravvivere? E anche se sopravviverà, e se poi un domani non riuscisse a camminare? ⋯ In quel momento, la mia testa era piena di preoccupazione e di dubbi. Poi pensai a queste parole di Dio: “Dio è la sorgente della vita dell’uomo”. Esatto! Le nostre vite provengono da Dio. È Lui che ha insufflato in noi il respiro e che sostiene anche, e nutre, le nostre esistenze. La nostra vita e la nostra morte sono nelle mani di Dio. Se Egli ha deciso che qualcuno deve vivere, non importa quali pericoli e avversità costui incontri, egli sopravviverà con tenacia. Proprio come questo bambino che, anche se era stato dichiarato morto dal medico dopo la sua nascita, come per un miracolo, tornò alla vita. Questo fatto mi consentì di acquisire una certa esperienza concreta della parola di Dio e di avere fede in essa, come anche di ottenere una vera comprensione della Sua onnipotenza e sovranità, e di nutrire una fede più profonda in Lui. Ringraziai e lodai Dio dal profondo del mio cuore! Mi misi innanzi a Lui con cuore grato e Lo pregai in silenzio: “Oh Dio! Questo bambino è molto debole. Non so se potrà crescere in salute. Ma io credo che Tu sia Onnipotente. Ogni cosa è nelle Tue mani, in cui pongo anche questo bimbo. Che sia sano o disabile, sono pronta a sottomettermi alla Tua sovranità e alle Tue disposizioni”. Dopo aver pregato, percepii un grande sollievo nel mio cuore e non fui più preoccupata.

In seguito, quando mi incontrai con i miei fratelli e le mie sorelle, lessi queste parole di Dio: “Egli ha l’autorità di far morire una persona, di far sì che la sua anima lasci il corpo e torni nell’Ade, o dovunque debba andare. Il momento della morte di una persona e il luogo in cui essa va dopo la dipartita sono determinati da Dio. Egli può farlo in qualunque momento e ovunque. Non è vincolato da esseri umani, eventi, oggetti, spazi o luoghi. Se vuole farlo, può farlo, perché tutte le cose e gli esseri viventi sono sotto il Suo governo, e tutte le cose vivono e muoiono secondo la Sua parola e la Sua autorità. Dio può resuscitare un uomo morto. Anche questa è una cosa che può fare in qualunque momento e ovunque. Questa è l’autorità che soltanto il Creatore possiede. […] La resurrezione di Lazzaro glorificò Dio; ha un effetto profondo su ciascuno dei Suoi seguaci. In ogni persona che comprende profondamente questo evento, essa instilla saldamente la comprensione e la visione del fatto che soltanto Dio può controllare la vita e la morte degli uomini”. Dopo aver letto le parole di Dio, ricordai la situazione di mia figlia e di mio nipote; mia figlia era potuta rimanere incinta, aveva avuto figli senza problemi e si era rimessa in salute; mio nipote era potuto tornare in vita e crescere in buona salute. Tutti questi fatti accrebbero la mia fede nell’onnipotenza e nella sovranità di Dio. Era Lui che aveva dato al bambino il respiro della vita, in modo che potesse sopravvivere e crescere in buona salute. Da questo episodio, vidi veramente la misericordia di Dio e la Sua cura per noi. Senza la Sua salvezza, forse il bambino sarebbe stato da lungo tempo morto. Grazie a questa vicenda, ottenni una comprensione e un’esperienza concrete dell’onnipotenza e della sovranità di Dio. Tutto ciò accrebbe anche la mia fede in Lui e rafforzò la mia determinazione a seguirLo. Da quel momento in poi, indipendentemente da ciò in cui mi fossi imbattuta, avrei creduto fermamente in Dio e L’avrei seguito.

Ora, sono trascorsi diciotto mesi da quando è nato mio nipote. Che è sano e può camminare. Ogni volta che facevo una videochiamata con mia figlia, mio nipote si avvicinava gattonando e di tanto in tanto sorrideva alla webcam. Vedendo quel bambino vivace e adorabile, sentii profondamente che tutto ciò rappresentava l’onnipotenza e le mirabili opere di Dio, e fui colma di gratitudine per Lui. Pensai che quando il bambino fosse cresciuto, gli avrei raccontato questo fatto, ossia che era stato Dio a donargli il respiro della vita e a farlo sopravvivere. Dobbiamo ringraziare Dio, credere in Lui e adorarLo! Sia tutta la gloria al Dio unico!

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