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Letture del giorno: il 15 maggio 2019 – Giobbe 2:7-8

E Satana si ritirò dalla presenza di Jahvè e colpì Giobbe d’un’ulcera maligna dalla pianta de’ piedi al sommo del capo; e Giobbe prese un coccio per grattarsi, e stava seduto nella cenere.

Riflessioni sul versetto di oggi…

Giobbe era una persona sincera e generosa. Sebbene fosse il più grande uomo di tutte le genti d’oriente, non aveva mai aveva mai dato importanza al suo status, né gli importava di come gli altri lo vedevano durante le sue tribolazioni. Invece, prese un coccio per grattarsi mentre sedeva tra le ceneri. Riflettendo su noi stessi, spesso ci nascondiamo con cautela dietro la nostra fama e il nostro status, e non siamo disposti a permettere agli altri di scorgere i nostri difetti, in quanto ci causa grande dolore. Solo se ci liberiamo dalla schiavitù della fama e dello status potremo essere uomini veri e vivere in modo autentico, semplice e aperto. Dio dice: “Nonostante rango e condizione sociale prestigiosi, non aveva mai amato questi aspetti e non ci aveva mai fatto caso; non si preoccupava di come gli altri considerassero la sua condizione sociale, e non si preoccupava se le sue azioni o la sua condotta avrebbero avuto un impatto negativo sulla sua condizione sociale; non si abbandonava alle ricchezze della sua condizione sociale, né si godeva la gloria che accompagna il rango e la condizione sociale. Si preoccupava solo del suo valore e del significato della sua vita agli occhi di Jahvè Dio. Il vero io di Giobbe era la sua reale sostanza: non amava fama e ricchezze e non viveva per esse; era autentico, puro e senza falsità”.

Letture del giorno mostreranno di più: Il Vangelo del giorno - L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso II Parte 5

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