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Meditazioni bibliche: cosa ci diceva il fatto che il Signore Gesù non osservava il sabato?

Una mattina presto, mentre stavo praticando le mie devozioni spirituali, lessi nella Bibbia quanto segue: “In quel tempo Gesù passò in giorno di sabato per i seminati; e i suoi discepoli ebbero fame e presero a svellere delle spighe ed a mangiare. E i Farisei, veduto ciò, gli dissero: Ecco, i tuoi discepoli fanno quel che non è lecito di fare in giorno di sabato. Ma egli disse loro: […] Or io vi dico che v’è qui qualcosa di più grande del tempio. E se sapeste che cosa significhi: Voglio misericordia e non sacrifizio, voi non avreste condannato gl’innocenti; perché il Figliuol dell’uomo è signore del sabato(Matteo 12:1-3, 6-8). Dopo aver letto questo passo, mi immersi in profondi pensieri: “Nell’Età della Legge, Jahvè ordinò al popolo di osservare il giorno dello Shabbat. In tale giorno, bisognava cessare ogni attività; se il popolo non avesse adempiuto a questo ordine, ciò avrebbe costituito un peccato, e i trasgressori ne avrebbero dovuto affrontare le conseguenze. Quando il Signore Gesù venne per compiere la Sua opera, Egli non mantenne più il giorno dello Shabbat, ma condusse invece i discepoli in vari luoghi per predicare il Vangelo e per svolgere la propria opera. Come si spiega ciò? Con tale Suo comportamento, quale monito il Signore Gesù ci consegna?”. Vi riflettei a lungo, ma ancora non riuscii a comprendere.

Alcuni giorni dopo, sentii che la collaboratrice Xue era ritornata da un viaggio che aveva intrapreso per ascoltare sermoni, per cui mi recai a trovarla a casa sua. Con gioia condivise con me ciò che aveva appreso ascoltando le prediche e tirò fuori un libro. Disse che esso rivelava molte verità e misteri che non erano mai stati ascoltati prima. Affermò che aveva letto gran parte di questo libro e che, più lo leggeva, più la luce le colmava il cuore, e disse anche che era giunta a comprendere molte verità che non aveva mai capito prima. Dopo aver ascoltato la collaboratrice Xue, presi a ringraziare con tutto il mio cuore Dio per quanto da Lui allestito e non potei impedirmi di parlarle di quel che mi aveva lasciata perplessa negli ultimi giorni. Sorridendo, la collaboratrice Xue mi spiegò: “Sia resa grazie al Signore. Questo libro tratta in modo molto chiaro del motivo per cui il Signore Gesù lavorò nel giorno dello Shabbat. Diamoci un’occhiata insieme”. Mentre così parlava, aprì il libro e mi fece leggere. Lessi: “Quando il Signore Gesù venne, usò le Sue azioni pratiche per comunicare con gli uomini: Dio aveva abbandonato l’Età della Legge e iniziato una nuova opera, che non imponeva l’osservanza del sabato; quando Dio abbandonò le restrizioni del giorno di sabato, questa fu soltanto un’anticipazione della Sua nuova grande opera, che continuò a svolgersi fino in fondo. Quando il Signore Gesù la intraprese, Si era già lasciato alle spalle gli impedimenti dell’Età della Legge e Si era aperto un varco tra le sue regole e i suoi principi. In Lui non c’era traccia di nulla che fosse legato alla legge; Se n’era sbarazzato completamente e non la osservava più, né pretendeva che lo facesse l’umanità. Così qui puoi vedere che il Signore Gesù andò tra le messi il sabato; non si riposò, bensì uscì a operare. Questa Sua azione fece vacillare le concezioni delle persone e comunicò loro che Egli non viveva più sotto la legge e che aveva abbandonato le restrizioni del sabato e Si era manifestato davanti e in mezzo a loro con una nuova immagine, con un nuovo modo di operare. Questa Sua azione disse alle persone che Egli aveva portato con Sé una nuova opera, la quale iniziava discostandosi dalla legge e abbandonando le restrizioni del sabato. Quando Dio svolse la Sua nuova opera, non si aggrappò più al passato né si preoccupò delle regole in vigore nell’Età della Legge. Non fu influenzato neppure dalla Sua opera dell’età precedente, bensì operò come al solito anche di sabato e, quando i Suoi discepoli ebbero fame, poterono cogliere le spighe e mangiarle. Tutto ciò era assolutamente normale agli occhi di Dio. Egli potrebbe avere un nuovo inizio per la maggior parte dell’opera che vuole compiere e delle cose che vuole dire. Una volta che ha un nuovo inizio, non menziona più la Sua opera precedente né la continua. Infatti ha dei principi ben precisi per la Sua opera. Il momento in cui vuole cominciare una nuova opera coincide con quello in cui vuole portare l’umanità in una nuova fase dell’opera e in cui quest’ultima entra in una fase superiore. Se le persone continuano ad agire secondo i vecchi detti o le vecchie regole, oppure continuano ad aggrapparvisi, Egli non commemorerà né elogerà tale comportamento. Questo, perché ha già portato una nuova opera ed è entrato in una nuova fase. Quando Dio inizia una nuova opera, Si manifesta all’umanità con un’immagine, da una prospettiva e in un modo totalmente inediti, cosicché le persone possano vedere diversi aspetti della Sua indole e di ciò che Egli ha ed è. Questo è uno degli obiettivi della Sua nuova opera. Dio non resta aggrappato al passato né imbocca il sentiero battuto; quando opera e parla, non è così proibitivo come immaginano gli uomini. In Lui, tutto è libero ed emancipato, e non esistono proibizioni né restrizioni. Egli porta all’umanità libertà ed emancipazione. È un Dio vivo, un Dio che esiste autenticamente e realmente. Non è un fantoccio o una scultura d’argilla, ed è completamente diverso dagli idoli che le persone mettono nei reliquiari e adorano. È vivo e vibrante, e le Sue parole e la Sua opera portano agli esseri umani vita, luce, libertà ed emancipazione, perché Egli detiene la verità, la vita e la via. Non è limitato da nulla in nessuna delle Sue opere. […] Così il Signore Gesù poté uscire tranquillamente e operare di sabato, perché nel Suo cuore non c’erano regole né conoscenze o dottrine che provenissero dall’umanità. Ciò che Egli aveva era la nuova opera di Dio e la Sua via, e la Sua opera era la via per liberare l’umanità, per emanciparla e per permetterle di esistere nella luce e di vivere(“L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso III”).

Qualcosa capii, dopo aver letto questo passo, e chiesi alla collabotrice Xue: “Pertanto, quando il Signore Gesù venne per compiere la Sua opera, Egli non osservò il giorno dello Shabbat, ma condusse i Suoi discepoli in vari luoghi per predicare Vangelo e per operare, e lo fece per comunicare alle genti di quell’epoca che Dio Si era lasciato le leggi alle spalle e stava ora compiendo una nuova opera. Egli intendeva condurre le genti in una nuova età. Sembra che la volontà di Dio sia dietro ogni singola azione che Egli compie!”.

La collaboratrice Xue mi rispose: “Sì, questo passaggio afferma molto chiaramente il motivo per cui il Signore Gesù operò nel giorno dello Shabbat. Quando Dio agisce, Egli non si aggrappa ai vecchi modi di fare le cose e non percorre strade già battute. Egli compie, invece, un’opera sempre più nuova e più elevata, secondo le necessità dell’umanità corrotta. Quando attua una nuova opera, Dio non Si attiene più a quanto realizzato in precedenza e, se gli esseri umani si attengono alle pratiche passate, ciò significa che essi non fanno che aggrapparsi alle regole. Solo rinunciando alle vecchie regole e alle vecchie pratiche, e seguendo fedelmente le orme dell’opera di Dio, è possibile ottenere la Sua salvezza. Nell’Età della Legge, ad esempio, Dio promulgò attraverso Mosè leggi e comandamenti per guidare la vita dell’umanità sulla terra e richiese all’uomo di rispettare tali leggi e comandamenti, e di osservare il giorno dello Shabbat. Questo perché coloro che vivevano in quell’epoca non sapevano come condurre le proprie vite e non sapevano nulla di ciò che significava venerare Dio, di come adorarLo o quando lavorare, e così via. Egli non desiderava vedere l’umanità impegnata tutto il giorno, lavorando sin dall’alba e riposando poi al tramonto, vivendo solo per il cibo, per gli abiti, per procurarsi un riparo e per crescere le proprie famiglie. E così, Egli proclamò le Sue leggi e i Suoi comandamenti, affinché l’uomo potesse osservarli, e predispose per lui il giorno dello Shabbat, prescrivendo che lavorasse per sei giorni e poi il settimo giorno cessasse ogni attività per porsi al cospetto di Dio e adorarLo. Ma, alla fine dell’Età della Legge, l’umanità stava diventando sempre più corrotta da Satana e, anche se apparentemente osservava il giorno dello Shabbat e sempre apparentemente adorava e lodava Dio in quella giornata, non custodiva più nel proprio cuore alcuna vera adorazione per Lui.

Anche se rispettava quella ricorrenza, essa era diventata ormai solo una sorta di regola o rituale, senza alcun tipo di significato. Pertanto, quando il Signore Gesù giunse per compiere la Sua opera, Egli espresse la via del pentimento alla luce delle necessità dell’uomo e non ingiunse più di osservare le regole e le pratiche del giorno dello Shabbat. Invece, Egli condusse l’umanità ad abbandonare le leggi e il giorno dello Shabbat, e propose all’uomo nuove prescrizioni, ossia adorare Dio in spirito e verità. In tal modo, gli uomini e le donne furono capaci di avere un nuovo e più elevato percorso di pratica e, solo lasciandosi alle spalle le regole e le pratiche precedenti e professando in conformità con le prescrizioni di Dio, poterono godere della pace e della gioia conferite dal Signore, e vivere sotto la cura e la protezione di Dio. Dall’esterno sembrava che il Signore Gesù, non osservando più il giorno dello Shabbat, stesse abbandonando le leggi, ma in sostanza Egli stava adempiendo a esse, e stava permettendo agli esseri umani di passare da regole e rituali all’adorazione di Dio in spirito e in verità. Si trattava di una pratica più profonda e di un ingresso nell’adorazione di Dio che permetteva un rapporto di maggiore vicinanza e intimità con il Suo cuore. Se il Signore non avesse guidato personalmente i Suoi discepoli ad abbandonare il giorno dello Shabbat, allora nessuno sarebbe stato capace di andare oltre le limitazioni delle leggi. Solo grazie al fatto che Dio Stesso compiva incessantemente un’opera nuova, le genti poterono disporre di un percorso di pratica non legato al passato e ottenere la liberazione e l’indipendenza dello spirito. Dall’opera di Dio, possiamo comprendere che Egli è il Dio vero e vivente, e che con Lui non vi sono regole e interdizioni. Dio non è limitato da leggi o regole quando compie una nuova opera e non Si aggrappa all’opera vecchia. Egli è sempre nuovo e mai vecchio, e conduce senza sosta l’uomo in un regno più recente e più elevato. Quando Egli eseguì la Sua nuova opera, non Si attenne affatto alle vecchie regole o pratiche; operò tra gli uomini in modo completamente nuovo, consentendo loro di disporre di un inedito percorso di pratica e, in ultima analisi, li salvò dalle leggi e permise che vivessero al Suo cospetto in indipendenza e libertà, e ottenessero la Sua salvezza”.

Dopo aver ascoltato la condivisione della collaboratrice Xue, commentai con entusiasmo: “Vi è luce ora nel mio cuore! L’opera di Dio è molto concreta e non si aggrappa per nulla ai vecchi modi di realizzare le cose. Egli esegue sempre una nuova opera in base alle nostre necessità, ci mostra nuovi percorsi di pratica e ci permette di porci al Suo cospetto in maniera più appropriata, per adorarLo e gioire delle Sue benedizioni. Se Dio non avesse compiuto una nuova opera e non avesse guidato l’uomo lontano dal giorno dello Shabbat, egli sarebbe stato costantemente vincolato dalle leggi; avrebbe adorato Dio con regole e rituali, e sarebbe stato persino condannato e punito per aver violato le norme. Dio ci ama davvero molto!”.

La collaboratrice Xue annuì e commentò con gioia: “Sì, veramente. Ogni singola cosa che Dio compie ha un significato profondo ed è colma dell’amore che Egli nutre per noi esseri umani! Pertanto, quando Dio realizza una nuova opera, che essa coincida o meno con le nostre idee sbagliate e le nostre immaginazioni, o che la comprendiamo o meno, dovremmo comunque ricercare la Sua volontà e tentare di conoscerla con un cuore che nutre per Lui profondo rispetto, perché solo in tal modo potremo seguire da vicino le Sue orme e ottenere la Sua salvezza. Se siamo arroganti e presuntuosi, e non ricerchiamo né riconosciamo la nuova opera di Dio, allora saremo inclini a ribellarci contro di Lui e a resisterGli, e perderemo la Sua salvezza: e le conseguenze di queste azioni non possono neppure essere pensate! I capi dei sacerdoti, gli scribi e i farisei di allora, ad esempio, si avvidero con chiarezza del fatto che le parole e l’opera del Signore Gesù possedevano autorità e potere, ma non ricercarono la verità con uno spirito aperto, né riconobbero l’opera di Dio. Al contrario, essi si aggrapparono strettamente a leggi e regole, e le usarono per condannare le azioni e le parole del Signore Gesù, poiché si erano spinte oltre l’Antico Testamento, e Lo giudicarono colpevole di aver violato le leggi perché non aveva osservato il giorno dello Shabbat. E ad ogni piè sospinto costoro confrontavano l’opera del Signore Gesù con quella di Jahvè e, poiché non riuscivano a farla coincidere con i propri pregiudizi e immaginazioni, condannarono, giudicarono e persino bestemmiarono il Signore Gesù. Alla fine, collaborarono con le autorità romane per crocifiggerLo e furono pertanto maledetti e puniti da Dio. La lezione del fallimento dei farisei ci serve come monito che, indipendentemente da dove Dio appaia o dal modo in cui Egli operi, non possiamo basarci sulle nostre idee sbagliate e sulle nostre immaginazioni, e utilizzare la Sua precedente opera per delimitarne la nuova. La saggezza di Dio è talmente meravigliosa e insondabile; a prescindere da ciò che Egli compie, il Suo obiettivo è poter meglio salvare l’umanità e dietro a tutto ciò vi è la Sua volontà e i Suoi sforzi scrupolosi. Noi, esseri umani corrotti, non possiamo probabilmente comprendere l’opera di Dio. Tutto ciò che possiamo fare è ricercare e accettare la Sua azione con cuore colmo di profondo rispetto, poiché solo in tal modo saremo in grado di ottenere la Sua approvazione e la Sua benedizione”.

Annuii e dissi alla collaboratrice Xue: “Sì! Dio è così saggio, così onnipotente, come possiamo noi esseri umani comprenderne l’opera? Proprio come è scritto nella Bibbia: ‘O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi, e incomprensibili le sue vie! Poiché: Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato il suo consigliere?’ (Romani 11:33-34). Nel nostro approccio alla nuova opera di Dio, dobbiamo ricercarla e studiarla maggiormente con un cuore che riverisce il Signore, e solo allora saremo capaci di raggiungere la Sua salvezza! Rendiamo grazie al Signore! La condivisione di oggi mi ha fatto davvero tanto bene!”.

“Sia resa grazie a Dio!”

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